www.naturamater.it

E’ scientificamente provato che ogni

essere vivente, dal più piccolo insetto, al più grande, è in grado di provare piacere e dolore.

Natura Mater è il desiderio di rendere il mondo agli animali migliore, l’invito a segnalare le

ingiustizie nei confronti di chi non può difendersi da solo.

Il maltrattamento nei confronti di un animale oggi è finalmente un reato.

Difendere i deboli è il gesto spontaneo di una persona forte.
Hai a disposizione diversi strumenti per segnalare casi di maltrattamento nei confronti di un

animale ed ogni altra situazione di sofferenza.
Puoi segnalarlo a qualunque organo di Polizia Giudiziaria (Polizia di Stato, Carabinieri,

Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato, Polizia Provinciale) compilando il modulo

scaricabile o cliccando su segnalazione anonima online.
Inoltre è attivo il sevizio telefonico LAV “SOS Maltrattamenti” al numero 848.588.544.

A te non costa niente, a chi ha bisogno del tuo aiuto costa "solo" la vita.

Grazie Infinite.

Felicità…

Se vogliamo essere felici,
possiamo esserlo adesso,
perchè la chiave della felicità
 è nascosta dentro di noi.
Essa non dipende dagli avvenimenti
 che ci capitano ma
dal modo in cui li percepiamo
 e li affrontiamo.


(Anthony De Mello)

Gattomania

"I gatti sono incompresi
perché rifiutano
di spiegarsi;
enigmatici lo
sono
solo per coloro che
ignorano la potenza
espressiva del silenzio."

Paul Morand

Ritorno al futuro

Dialogo fra Alexander e Uber (il comandante del
genere umano sotterraneo, dotato del potere di leggere il pensiero)

“Abbiamo tutti le nostre macchine del tempo:
quelle che ci
riportano indietro, i ricordi,
e quelle che ci portano avanti, i sogni”.



Yogando



[cliccami]


  • La meditazione è
    attenzione: non si tratta di cosa stai facendo, ma di come lo fai.


  • La meditazione è la tua
    natura: non è un risultato – è una condizione reale. Non deve essere raggiunta,
    deve solo essere riconosciuta. È la tua essenza: non puoi averla e non puoi non
    averla. Non può essere posseduta, non è una cosa.


  • La meditazione è
    osservazione: non fare niente, non ripetere dei mantra, non ripetere il nome di
    dio – semplicemente osserva la tua mente. Non disturbarla, non ostacolarla, non
    reprimerla.


  • La meditazione non è un
    credo, non è un dogma, non è un culto, non è una religione, non è una morale,
    non è un giudizio: è un’esperienza evidente in se stessa.


  • La meditazione è nonfuggire:
    è rilassarsi ed essere nel momento, nel presente. È permanere nel qui e ora.


  • La meditazione è
    chiarezza di visione. È uno stato di pienezza, di vuoto e di unità.


  • La meditazione è l’arte
    della consapevolezza: è una resurrezione dalla cecità di ciò che è, è
    essere presenti.


  • La meditazione non è una
    tecnica, non è un pensiero particolare, non è uno sforzo
    ,
    non è
    concentrazione: è comprensione ed equilibrio, è equanimità e silenzio, è ascolto
    e stabilità.


  • La meditazione non è
    staccare la spina: è lo stato naturale della mente, la sua semplicità, è il
    lasciare andare la presa
    , la quiete originaria.


[da: http://www.lameditazionecomevia.it/meditare.htm = clicca su immagine sopra]

[cliccami]

La meditazione è uno stato della coscienza che può essere
ottenuto mediante l’indirizzamento volontario della nostra attenzione
verso un determinato oggetto (meditazione riflessiva) o mediante la completa assenza di pensieri (meditazione recettiva).

  • La meditazione recettiva ha come scopo l’assenza di pensieri e permette alla mente
    di raggiungere un livello di "consapevolezza senza pensieri". È un tipo
    di meditazione tipica di numerose filosofie e religioni orientali.
  • Nella meditazione riflessiva l’oggetto della meditazione può
    essere qualsiasi cosa. In genere nella pratica vengono utilizzate
    visualizzazioni di oggetti fisici oppure semplicemente oggetti che
    riguardano il mondo interiore come emozioni o qualità, oppure immagini
    o testi sacri. Questo tipo di meditazione è più vicina alla cultura
    occidentale.
[da: http://it.wikipedia.org/wiki/Meditazione = clicca su immagine sopra]

Granelli di polvere…

L’universo è immenso, e gli
uomini non sono altro che piccoli granelli di polvere su un
insignificante pianeta. Ma quanto più prendiamo coscienza della nostra
piccolezza e della nostra impotenza dinanzi alle forze cosmiche, tanto
più risulta sorprendente ciò che gli esseri umani hanno realizzato.

Matrix……… e Platone…

Svegliati Neo. Matrix ha te. Segui il coniglio bianco.




Hai mai fatto un sogno tanto realistico da sembrarti vero? E se da un
sogno così non ti dovessi più svegliare? Come potresti distinguere il
mondo dei sogni da quello della realtà? (
Morpheus)


Che vuol dire reale? Dammi una definizione di reale. Se ti
riferisci a quello che percepiamo, a quello che possiamo odorare,
toccare e vedere, quel reale sono semplici segnali elettrici
interpretati dal cervello. Questo è il mondo che tu conosci. Il mondo
com’era alla fine del XX secolo. E che ora esiste solo in quanto parte
di una neuro-simulazione interattiva che noi chiamiamo Matrix. Sei
vissuto in un mondo fittizio, Neo. (Morpheus)


Desidero condividere con te [Morpheus] una
geniale intuizione che ho avuto, durante la mia missione qui. Mi è
capitato mentre cercavo di classificare la vostra specie.
Improvvisamente ho capito che voi non siete dei veri mammiferi: tutti i
mammiferi di questo pianeta d’istinto sviluppano un naturale equilibrio
con l’ambiente circostante, cosa che voi umani non fate. Vi insediate
in una zona e vi moltiplicate, vi moltiplicate finché ogni risorsa
naturale non si esaurisce. E l’unico modo in cui sapete sopravvivere è
quello di spostarvi in un’altra zona ricca. C’è un altro organismo su
questo pianeta che adotta lo stesso comportamento, e sai qual è? Il
virus. Gli esseri umani sono un’infezione estesa, un cancro per questo
pianeta: siete una piaga. E noi siamo la cura. (Agente Smith)


http://it.wikipedia.org/wiki/Matrix


Il mito della caverna di Platone è probabilmente la più conosciuta tra le sue allegorie, metafore e parabole.

Si immaginino dei prigionieri che siano stati incatenati, fin dall’infanzia, nelle profondità di una caverna. Non solo le membra, ma anche testa e collo sono bloccati, in maniera che gli occhi dei malcapitati possano solo fissare il muro dinanzi a loro.

Si pensi, inoltre, che alle spalle dei prigionieri sia stato acceso un enorme fuoco e che, tra il fuoco ed i prigionieri, corra una strada rialzata. Lungo questa strada sia stato eretto un muricciolo, lungo il quale alcuni uomini portano forme di vari oggetti, animali, piante e persone. Le forme proietterebbero la propria ombra sul muro e questo attrarrebbe l’attenzione dei prigionieri. Se qualcuno degli uomini che trasportano queste forme parlasse, si formerebbe nella caverna un’eco che spingerebbe i prigionieri a pensare che questa voce provenga dalle ombre che vedono passare sul muro.

Mentre un personaggio esterno avrebbe un’idea completa della situazione, i prigionieri, non conoscendo cosa accada realmente alle proprie spalle e non avendo esperienza del mondo esterno (si ricordi che sono incatenati fin dall’infanzia), sarebbero portati ad interpretare le ombre "parlanti" come oggetti, animali, piante e persone reali.

Si supponga che un prigioniero venga liberato dalle catene e sia costretto a rimanere in piedi, con la faccia rivolta verso l’uscita della caverna: in primo luogo i suoi occhi sarebbero abbagliati dalla luce del fuoco ed egli proverebbe dolore. Inoltre, le forme portate dagli uomini lungo il muretto gli sembrerebbero meno reali delle ombre alle quali è abituato; persino se gli fossero mostrati quegli oggetti e gli fosse indicata la fonte di luce, il prigioniero rimarrebbe comunque dubbioso e, soffrendo nel fissare il fuoco, preferirebbe volgersi verso le ombre.

Allo stesso modo, se il malcapitato fosse costretto ad uscire dalla caverna e venisse esposto alla diretta luce del sole, rimarrebbe accecato e non riuscirebbe a vedere alcunchè. Il prigioniero si troverebbe sicuramente a disagio e s’irriterebbe per essere stato trascinato a viva forza in quel luogo.

Volendo abituarsi alla nuova situazione, il prigioniero riuscirebbe inizialmente a distinguere soltanto le ombre delle persone e le loro immagini riflesse nell’acqua; solo con il passare del tempo potrebbe sostenere la luce e guardare gli oggetti stessi. Successivamente, egli potrebbe, di notte, volgere lo sguardo al cielo, ammirando i corpi celesti con maggior facilità che di giorno. Infine, il prigioniero liberato sarebbe capace di vedere il sole stesso, invece che il suo riflesso nell’acqua, e capirebbe che:
  « è esso a produrre le stagioni e gli anni e a governare tutte le cose del mondo visibile e ad essere causa, in certo modo, di tutto quello che egli e suoi compagni vedevano. »
   
(Platone, La Repubblica, libro VII, 516 c – d, trad.: Franco Sartori)

Resosi conto della situazione, egli vorrebbe senza dubbio tornare nella caverna e liberare i suoi compagni, essendo felice del cambiamento e provando per loro un senso di pietà: il problema, però, sarebbe proprio quello di convincere gli altri prigionieri ad essere liberati. Infatti, dovendo riabituare gli occhi all’ombra, dovrebbe passare del tempo prima che il prigioniero liberato possa vedere distintamente anche nel fondo della caverna; durante questo periodo, molto probabilmente egli sarebbe oggetto di riso da parte dei prigionieri, in quanto sarebbe tornato dall’ascesa con "gli occhi rovinati". Inoltre, questa sua temporanea inabilità influirebbe negativamente sulla sua opera di convincimento ed, anzi, potrebbe spingere gli altri prigionieri ad ucciderlo, se tentasse di liberarli e portarli verso la luce, in quanto, a loro dire, non varrebbe la pena di subire il dolore dell’accecamento e la fatica della salita per andare ad ammirare le cose da lui descritte.

http://it.wikipedia.org/wiki/Mito_della_caverna


Jàdawin di Atheia

Il mondo (è) possibile senza religioni. Ateismo, Agnosticismo, Cultura, Media, Politica...ed altro ancora. Blog collegato al sito www.jadawin.info

narcisismo patologico

Un benvenuto speciale alle/ai Sopravvissut@ al narcisismo. una volta scoperto che NON SIAMO PAZZ@ e soprattutto NON SIAMO SOL@, possiamo cominciare a rivivere un'altra volta. la miglior vendetta è una vita vissuta bene e pienamente.

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